venerdì 22 febbraio 2013

Vi chiedo di votarmi perché

“Il bambino… come i matti, gli storpi e per certi versi le donne, è relegato ai confini della rappresentazione che la società medievale ha di sé, è una presenza scomoda”. Lo scrissi nel 1996, era la mia tesi di laurea sulla rappresentazione del bambino nel Medioevo. Ecco, oggi mi sembra di vivere in un secondo Medioevo. Un 'Medioevo maschio' in cui se la crisi ci ha resi tutti più poveri e più impauriti, ha reso più poveri di mezzi e speranze donne, bambini, anziani, malati.
Per questo in Sinistra Ecologia e Libertà finora mi sono occupata in particolare di scuola e diritti.
Oltre a Sel, faccio parte della Flc Cigl, perché anche in qualità di Rsu nella mia scuola sto imparando molto in questi anni di proteste e proposte a difesa della scuola pubblica, dei lavoratori e del diritto allo studio dei nostri ragazzi.
Partecipo anche al Forum Precari di Padova e faccio parte del comitato Se non ora quando di Padova, che è stato una grande occasione di rilanciare la questione di genere.
Ho cercato di fare una campagna elettorale basata sul dialogo e sul confronto incontrando cittadini e candidati degli altri partiti, per confrontarmi su analisi e proposte (ad es. i “Quaderni di scuola” http://mariateresadiriso.blogspot.it/2013/01/dalla-protesta-alla-proposta-quaderni.html) che incidano sulla vita vera delle persone, che servano a ricostruire il Paese, altra cosa dal battutismo imperante del confronto politico.
Vi chiedo il voto a Sel, il partito che per primo sulla rappresentanza di genere è arrivato alla parità (50/50) e non alle quote. Un voto che in nessun caso andrà 'perso', perché recuperato nella coalizione guidata da Bersani.
Quello a Sel è un voto che al Senato vale doppio:
1. per dare alla coalizione il premio di maggioranza in VENETO anche al Senato (e ce la possiamo veramente fare). Si assegna su base regionale e significherebbe battere finalmente l’egemonia di PDL e Lega. La maggioranza autonoma della coalizione di Centrosinistra scongiurerebbe pasticci post-elettorali ed eviterebbe ricerche di maggioranze allargate a soggetti per noi improponibili
2. perchè è l'unico modo sicuro per eleggere candidati di sinistra. Chi si presenta non in coalizione deve superare l’8% in ogni singola regione. Votando Sel e facendo vincere la coalizione di Bersani, si àncora quest'ultima alle posizioni più vicine ai lavoratori, a chi li difende, difende il welfare e promuove con più forza i diritti civili per tutti.
Per quanto mi riguarda, se riuscissi essere eletta mi piacerebe dare il mio contributo in Parlamento per tagli non alla scuola e alla sanità, ma alle spese militari, per la lotta a tutti i privilegi, leciti e illeciti, per un welfare moderno che permetta alle donne di conciliare lavoro e famiglia, per riconquistare i diritti sottratti ai lavoratori, estendere i diritti civili a tutti e difendere i diritti di tutti.
E se non ci sarò io, ci saranno le mie compagne e compagni, da Titti Di Salvo a Giorgio Airaudo, da Laura Boldrini a Claudio Fava, Ida Dominjanni, Giulio Marcon... e andrà benissimo così. Insieme, dentro e fuori il Parlamento, continueremo a prenderci cura di questo Paese.
Vi ringrazio per l'attenzione e la fiducia,
Mariateresa Di Riso

L'appello di Nichi


"E' un punto di svolta quello che sta davanti all'Italia con il voto dei prossimi giorni. Un paese messo in ginocchio dagli effetti devastanti della crisi e dal fallimento politico di una destra inetta e corrotta, ha la possibilità di aprire le porte del cambiamento.
Lo può fare con la forza innovativa delle sue risorse migliori: i giovani che vogliono cambiare il tempo frantumato della precarietà in tempo di lavoro e di vita, le donne che aspirano a diritti paritari e all'autonomia soggettiva, gli anziani che si sottraggono alla marginalità in cui sono relegati dalle condizioni del presente per affermare di avere un futuro nel quale memoria ed esperienza siano valori da trasmettere.
E risorse del cambiamento sono le lavoratrici e i lavoratori che hanno scontato nel buio di questi lunghi anni l'umiliazione del lavoro vilipeso e perduto, sfruttato e privato persino dei diritti essenziali. Come sono una risorsa quelle imprese che operano per creare lavoro nel rispetto del territorio e della legalità e che vedono negata ogni possibilità di accesso al credito da una finanza intenta a speculare bruciando economia reale.
Abbiamo incontrato ognuna di queste risorse, insieme alle loro sofferenze ed aspettative, in quella meravigliosa esperienza di partecipazione e di democrazia rappresentata dalle primarie del centrosinistra. La passione e la speranza che esse hanno messo in moto ci consegnano adesso un patrimonio che il voto deve raccogliere per trasformarlo nella sfida del governo.

Sinistra Ecologia Libertà chiede un voto consapevole e responsabile per vincere questa sfida. Presentiamo a voi un programma concreto di alternativa alle politiche fin qui seguite dalle due destre che sinora ci hanno governato, prima Berlusconi e poi Monti.
Candidiamo donne e uomini che con le loro provate competenze si sono misurati con le problematiche del lavoro e dell'immigrazione, dell'informazione e del sapere, dei diritti e dell'ambiente


Il voto a Sinistra Ecologia Libertà ha una doppia valenza: contribuisce a far vincere la coalizione di centrosinistra e rafforza la sinistra fin qui esclusa dal Parlamento. È un voto per vincere, per governare, per cambiare l'Italia, costruendo un futuro di dignità".

Nichi Vendola

L'appello di Bersani

Cara elettrice, caro elettore,
un ultimo sforzo ci separa dall'obiettivo di aprire una pagina nuova per l'Italia.
Durante le primarie e poi in questa lunga campagna elettorale in giro per l'Italia ho verificato personalmente quanta sofferenza abbia prodotto la crisi più grave che abbiamo vissuto dal dopoguerra, quanta sfiducia e quanta rabbia ci siano nel Paese. Ma ho potuto vedere anche quanto grande sia il desiderio di pulizia, di onestà, di riscossa e quante energie e straordinarie capacità si possono risvegliare.
Tocca a tutti noi lo sforzo e la responsabilità di rimettere in moto queste risorse. Tocca alle forze politiche del centrosinistra, agli iscritti, ai militanti, agli elettori delle primarie ma anche ai cittadini che in questi anni non si sono mai arresi al berlusconismo, al populismo, all'epopea dell'immoralità, al maschilismo deteriore. Ciascuno può essere determinante con la propria iniziativa.
(...) Se toccherà a noi, nonostante le difficoltà di una lunga e grave crisi, ridaremo fiducia e orgoglio al Paese. Rilanceremo l'occupazione. Metteremo al centro il lavoro e la moralità.
Domenica e lunedì saranno dunque in gioco la governabilità, il cambiamento, il futuro dell'Italia e, allo stesso tempo, tutti gli sforzi compiuti in questi anni dai cittadini che hanno rivendicato la propria dignità, l'impegno profuso dai militanti, dagli elettori, dai gruppi parlamentari di centrosinistra.
La sconfitta del berlusconismo e l'avvio di una fase stabile di ricostruzione civile, morale, economica del paese è a portata di mano. Dipende dalla vittoria del centrosinistra, alla Camera e al Senato.
Ma c'è bisogno di un'ultima spinta. La legge elettorale che Berlusconi e la Lega hanno voluto tenacemente mantenere mette in gioco la governabilità con un premio su base nazionale alla Camera e prevede invece al Senato premi di maggioranza Regione per Regione. Per questa ragione vi chiedo un impegno straordinario. Nei prossimi giorni scendete in strada, parlate con i vicini, convincete persona per persona, conquistate voto per voto, bussate a ogni casa. In alcune città i giovani si sono organizzati per distribuire materiali di informazione alle fermate dei mezzi pubblici, sono saliti sugli autobus, sulle metropolitane, sui treni. Prendete dunque l'iniziativa nei luoghi di lavoro e di ritrovo. Parlate con gli indecisi. Inventate nuove forme di mobilitazione. Con passione, con fantasia e libertà ciascuno partecipi alla volata finale e produca così la sua parte della vittoria politica che cambierà l'Italia.

Pier Luigi Bersani

giovedì 21 febbraio 2013

Il nostro programma


















Ai rassegnati (e agli andati e ai soddisfatti)


Sono un gruppo consistente, anche se pieno di differenze, quello dei rassegnati che ho incontrato in questo mese di campagna elettorale.
Sono quelli che ti dicono “sono belle parole, sarei anche d'accordo ma...”. Il “ma” è vario e non sempre coerente. Va dall'accusa di aver belle parole e pochi fatti (ma Vendola, Zedda, Pisapia, Doria dimostrano il contrario...) alla sfiducia cosmica nella politica, passando dalle “colpe” di cui sarebbe portatore il Pd e perciò il nostro candidato presidente del consiglio Bersani, fino all'esame del sangue di chi sta più a sinistra (e poi un altro po').
Insomma, i rassegnati (pronti all'astensione mentre osservano il disastro comodamente seduti sul divano) raggruppano anche gli “andati”, alla ricerca di una soluzione diversa e di rottura (da Grillo a Giannino) nonostante le loro idee siano più vicine alle nostre che a quelle delle liste che intendono votare (ma poi c'è sempre il “ma” di cui sopra).
Con loro ci stanno anche i soddisfatti (sì, sì, la citazione è proprio di Guccini) quelli del tanto peggio tanto meglio, del comunque tornerà Monti e vi frega tutti, di chi vedendo la Grecia invece di avere i brividi per le condizioni di quel popolo è soddisfatto appunto di piazze piene di manifestazioni. Tra loro chi appunto la vorrebbe ridotta così l'Italia.
Io credo invece che una speranza di evitare quel baratro di sofferenze ancora ci sia, per il bene proprio dei soggetti più deboli ed esposti a questa crisi. E che quella speranza sia nel tenersi lontani da Monti e dalle sue cure neoliberiste. Una speranza che a oggi è rappresentata dal centrosinistra.
Credo che quella speranza al Paese vada concessa. Credo la possano concedere anche i rassegnati, rinviando la loro prima o ennesima astensione e rompendo la loro incertezza. Penso la possano concedere anche gli andati, che in fondo in fondo, dietro la voglia di far saltare tutto tengono ancora salda la speranza che si possa ricominciare e ai quali noi diciamo che non occorre aspettare dopodomani. Sono convinta la possano concedere anche i soddisfatti, almeno votando per un argine al peggio Senato.
E' a loro che possiamo, dobbiamo chiedere di fare la differenza. Con un voto. Non con un voto utile. Ma con un voto importante, il “loro” voto.

martedì 19 febbraio 2013

L'appello di Avviso Pubblico

(Riporto qui integralmente la lettera con l'appello di Avviso Pubblico, firmata da Arci, Acli, Cgil, Centro La Torre, Legacoop, Libera, Sos impresa, al quale ho aderito impegnandomi a sostenere la proposta di legge di iniziativa popolare)


"Nel corso di questi anni è cresciuta nel Paese la consapevolezza che la presenza della criminalità organizzata e delle Mafie nell'organizzazione sociale, in quella produttiva e finanziaria, e nelle istituzioni, rappresenta un vero e proprio cappio al collo che strangola il Paese. L'illegalità economica condiziona in maniera negativa le nostre prospettive di sviluppo sul piano economico, civile e democratico.

La Banca d'Italia, la Direzione Nazionale Antimafia e la Corte dei Conti, nei loro studi più recenti, stimano in oltre 200 Miliardi di Euro l'anno gli affari delle Mafie, con oltre 80 miliardi di utili al netto degli investimenti, e in 60 Miliardi annui il peso che la corruzione esercita sui costi della Pubblica Amministrazione.

Questo fenomeno, oltre a rappresentare una quantità di risorse che, se recuperate, potrebbero garantire un utile e consistente processo di investimenti produttivi, e quindi nuove opportunità di lavoro, incide pesantemente nella vita democratica e spinge le imprese sane verso un processo di emarginazione a vantaggio di un sistema illegale che mortifica le prospettive di crescita.

Dentro questo contesto è cresciuto, nel corso degli anni, il fenomeno delle aziende sequestrate e confiscate alle Mafie. Un fenomeno che riguarda 1.663 aziende e 80.000 lavoratori, coinvolti loro malgrado, da  processi che  determinano sostanzialmente due situazioni:

-        prima del sequestro, una condizione di sfruttamento e negazione dei diritti;

-        dopo il sequestro e la confisca, la perdita del posto di lavoro senza che possano essere utilizzati i necessari ammortizzatori sociali. Su questo ultimo punto cogliamo l'occasione per sottolineare che la recente Legge Fornero sul Mercato del Lavoro ha abrogato la norma che disciplinava l'accesso agli ammortizzatori sociali per i lavoratori esposti a problemi di ordine pubblico (ex art. 3 comma 5-bis della Legge del 23 Luglio 1991, n.223, abrogato dalla Legge 28 Giugno 2012, n.92).

Sottolineiamo, inoltre, che dall'inizio della crisi, cioè dal 2008, questo fenomeno è cresciuto del 65% e che riguarda tutte le regioni italiane.

Una situazione devastante, perchè oltre ad impedire il riutilizzo legale di questi beni e del relativo potenziale produttivo, come giustamente la Legge Rognoni-La Torre aveva in maniera lungimirante individuato, veicola il messaggio pericoloso secondo il quale “con la Mafia si lavora mentre quando arriva lo Stato questa possibilità viene negata”.

Una situazione sulla quale riteniamo si debba intervenire rapidamente.

Le ragioni che hanno determinato questo fenomeno sono molteplici, ma innanzitutto risiedono nella carenza della azione legislativa, che invece di far leva sulla straordinaria esperienza condotta dalle associazioni antimafia, dalle organizzazioni sindacali e da alcune associazioni di impresa, non  rende disponibili, come sarebbe necessario, strumenti adeguati di sostegno e di accompagnamento all'impresa con l'obiettivo di ricostruire una prospettiva di legalità produttiva. Ad oggi non sono disponibili neppure strumenti di base come il coordinamento fra gli organi dello Stato e le parti sociali che tante volte hanno consentito, nei casi ad esempio di difficoltà aziendali o di fallimenti, di trovare soluzioni nell'interesse generale e dei lavoratori coinvolti.

Di fronte a tutto ciò le scriventi Associazioni hanno ritenuto urgente e necessario lanciare una campagna di raccolta di firme per sostenere una Legge di Iniziativa Popolare che, facendo tesoro delle esperienze, colmasse i vuoti esistenti e restituisse slancio ad una azione di riutilizzo di questi beni aziendali, con la quale rafforzare la lotta alle Mafie e costruire nuove opportunità di lavoro e di economia legale.

Con questa lettera, in una fase importante per il Paese chiamato a rinnovare il Parlamento e a dare vita ad un nuovo Governo, Vi chiediamo di esprimere condivisione di questi propositi e di assumere nella prossima legislatura l'impegno a portare in Parlamento la discussione sulla Legge di Iniziativa Popolare che alleghiamo a questa nostra lettera".

In attesa di un Vostro autorevole riscontro

Cordiali Saluti

Firmano la lettera:

Arci
Acli
Avviso Pubblico. Enti locali e Regioni per la formazione civile contro le mafie
Centro Studi Pio La Torre
Cgil
Legacoop
Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie
Sos Impresa.


lunedì 18 febbraio 2013

Dieci diritti per diventare più civili

E' capitato in questa campagna elettorale che qualcuno, leggendo la scritta "diritti" si sia avvicinato ai nostri banchetti o semplicemente da mezza distanza abbia detto, magari con fare sprezzante o curioso "Ma quali diritti?".
Tutti quelli che ci sono, perché indietro non si torna, non nel paese che fu dei licenziamenti senza giusta causa, del delitto d’onore, delle mammane, dei manicomi.
Ma non solo tutelare quelli. Vogliamo governare per scrivere diritti che ci rendano un Paese davvero civile, che scalfiscano la crosta di arretratezza, egoismo, esclusione e falso perbenismo alimentata dalle ideologie dominanti degli ultimi due decenni. Eccoli, in pillole.
Libertà di cura e fine vita: una nuova legge che le regolamenti.
Fecondazione assistita: superare l'ingiusta legge 40.
Diritto di famiglia: riformarlo per arrivare al divorzio breve, con nuove regole per la genitorialità e la tutela dei soggetti deboli.
Famiglie di fatto: pieno riconoscimento in materia di successioni, diritto al lavoro, disciplina fiscale e previdenziale.
Matrimonio civile esteso alle coppie omosessuali e diritto all'omogenitorialità. italiana ai bambini nati in Italia, tempi inferiori per il riconoscimento ai migranti che la richiedono, una nuova legge sul diritto di asilo più consona all'articolo 10 della Costituzione. 
Omofobia e transfobia: estendere a questi reati la Legge Mancino.
Abolire la Bossi-Fini, i Cie e i vergognosi accordi sui respingimenti con la Libia che hanno mandato al massacro un numero imprecisabile di profughi.
Diritto di voto alle elezioni amministrative ai migranti residenti.
Diritti per i detenuti con una pena che tenda alla rieducazione e al reinserimento. Abolire le leggi che riempiono le carceri non di rei ma di soggetti deboli come la Bossi-Fini e la Fini-Giovanardi contro i tossicodipendenti. Incentivare le misure alternative al carcere.

Per cominciare, ci possono bastare.